Il conflitto femoro-acetabolare | Studio Ortopedico Dr. Duilio Caruso

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Il conflitto femoro-acetabolare

Il conflitto femoro-acetabolare (o FAI, femoro-acetabular impingement) è una patologia dall’anca nella quale la conformazione della testa femorale e/o dell’acetabolo, è tale che durante il normale arco di movimento i due capi articolari non scorrano liberamente ma entrino in conflitto fra loro, ciò causa una progressiva ed accelerata degenerazione articolare con danno cartilagineo e del labbro acetabolare. Se ne distinguono due tipologie fondamentali: il tipo detto pincer interessa principalmente l’acetabolo e cam che interessa principalmente la testa del femore, ma esiste anche una variante ibrida che è una via di mezzo tra le due è la forma mista.

 

Sintomi

Il sintomo principale è il dolore che si manifesta solitamente a livello dell’inguine, ma possono essere riferiti anche dolori posteriori (al gluteo) che insorgono di solito dopo uno sforzo (attività sportive, lunghe passeggiate, molte ore in piedi). I dolori si fanno sempre più frequenti, limitando prima le attività sportive e poi le normali funzioni quotidiane con zoppia durante la deambulazione.

 

Diagnosi

Per la diagnosi di FAI sono necessari i seguenti esami:

Una radiografia del bacino, e delle anche in proiezione di Dunn a 45° e 90°.
Una RMN dell’anca (non del bacino) meglio se con mezzo di contrasto (Artro-RMN).
Un TC con ricostruzione tridimensionale dell’anca.
Per i pazienti che hanno già subito una significativa perdita di cartilagine articolare è più adatto eseguire un trattamento più risolutivo, quale la protesi all’anca.

 

Trattamento conservativo del conflitto femoro-acetabolare.

Il trattamento non chirurgico deve essere sempre considerato per primo. Consiste nel riposo, la terapia fisica e/o una cura a base di farmaci anti-infiammatori. Molto utile l’idrochinesiterapia. Tali trattamenti conservativi talvolta hanno successo nel ridurre il dolore e la rigidità all’anca. Non sempre, però, il trattamento conservativo è in grado di ridurre il dolore e migliorare il movimento, si fa strada allora la possibilità di dover procedere ad un trattamento chirurgico.

 

Intervento

Il trattamento del conflitto femoro-acetabolare avvie solitamente in artroscopia. L’artroscopia è una tecnica chirurgica che consente la visualizzazione della cavità articolare mediante una piccola videocamera con questa procedura si può verificare in modo molto accurato lo stato di salute delle principali strutture presenti all’interno dell’articolazione (cercine- legamenti – cartilagine) e quindi trattare parte delle patologie presenti. Viene utilizzata soprattutto per trattare pazienti giovani. La procedura viene eseguita in regime di ricovero ordinario (una o due notti in ospedale). L’intervento viene eseguito in anestesia generale o spinale. L’artroscopia dell’anca è controindicata in caso di grave artrosi, di osteonecrosi della testa del femore associata a collasso dell’epifisi. Anche l’età, se troppo avanzata, può rappresentare una controindicazione relativa. Con tecnica artroscopica è possibile: riparare o asportare il labbro lesionato. riparare piccole lesioni condrali della superficie acetabolare; rimodellare la testa femorale e/o dell’acetabolo (osteoplastica) per evitare il conflitto, eseguire un’ampia sinoviectomia.

 

Post-operatorio

I tempi di recupero sono di circa due mesi, durante i quali è necessario seguire un programma di fisioterapia che permette di recuperare sia la mobilità dell’anca che il tono muscolare. Può inoltre essere necessario l’uso delle stampelle, da portare per un tempo variabile da due a 4 settimane a seconda dei casi. Per poter iniziare a praticare nuovamente uno sport a livello agonistico sono invece necessari dai 3 ai 6 mesi.

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